L'”Archivio degli affetti. Trame e tracce di donne”
COSA È
L'”Archivio degli affetti. Trame e tracce di donne” raccoglie materiali di diversa natura: documenti scritti, musicali, per immagini, dell’area cagliaritana e di un’epoca compresa fra la fine dell’Ottocento e il XXI secolo, accomunati dai significati affettivi che essi rappresentano per i soggetti che li metteranno a disposizione, offrendone anche l’interpretazione, restituendone il valore evocativo, che, da personali, mediante l’analisi e le relazioni istituite fra i documenti, riveleranno la loro portata collettiva, temporale e spaziale.
Col termine “affetti” ci si riferisce alle reazioni soggettive suscitate da oggetti e situazioni di per sé anche insignificanti ma in grado di stimolare memorie, di evocare luoghi, persone, circostanze che hanno segnato le vite dei singoli e, conseguentemente, di comunità, società, popoli.
L'”Archivio” nasce e si sviluppa nella convinzione che “gli affetti” costituiscano un patrimonio da non disperdere anche per quanto riguarda la conoscenza sia di un individuo sia di un particolare momento storico.
Il progetto è la prima tappa di una più ampia prospettiva di costruzione di archivi, fondati sull’ampio spettro di significati del termine affetto, anche con l’acquisizione di archivi di donne che hanno segnato la realtà cittadina e sarda, con produzione di pensiero e di esperienze.
I materiali raccolti e organizzati attraverso la lettura e l’interpretazione sia dei soggetti proponenti, sia di specialiste con competenze diversificate, verranno resi visibili, nel rispetto della privacy, in occasione di iniziative annuali e in questo sito web, rivolgendosi alle donne e agli uomini perché possano ricordare, riconoscersi in funzione identitaria e di genere per pensare e progettare il futuro.
Il sito web, centro permanente di acquisizione ed elaborazione dei materiali dell’Archivio degli affetti, fungerà da memoria storica permanente e in progressivo arricchimento, con la conseguente funzione di “deposito” ideativo, creativo, conoscitivo, cui attingere per assicurare la continuità dell’iniziativa, non solo in funzione della visibilità, con iniziative seminariali, espositive e artistiche annuali, ma anche per offrire alle donne, alla cittadinanza, in prospettiva, ai sardi e alle nuove presenze sociali e umane conseguenti ai fenomeni migratori, la possibilità di costruire abitudini, consapevolezze, partecipazione intorno al valore della propria esperienza memoriale, per diffondere una cultura della condivisione, della partecipazione, del confronto vs la solitudine degli individui, l’isolamento, le contrapposizioni di genere, di generazioni, sociali e razziali.
OBIETTIVI
L’obiettivo è quello di ricreare atmosfere e contesti, non per se stessi ma per capire cosa significhino oggi, per restituire vita al passato, non in termini museali ma in risposta a una nuova dimensione del tempo indotta dalle grandi trasformazioni contemporanee, in cui si vive nella precarietà e nella fluttuazione dell’istante, per guardare al passato non come ad un insieme di cose morte ma per capire il presente e progettare il futuro in quanto prodotto anche delle trascorse esperienze.
Il materiale cartaceo e audiovisivo prodotto e raccolto verrà conservato sine die dall’Archivio del Centro di documentazione e Studi delle donne, già dichiarato di “interesse storico particolarmente importante” dal MiBACT, in quanto ritenuto “testimone della storia della Cooperativa, nonché del contesto storico, politico e sociale in cui essa ha operato e del ruolo da essa svolto”.
A CHI CI SI RIVOLGE, FINALITÀ, MODALITÀ
- Ai singoli proponenti dei materiali sopra indicati. A donne e uomini, di diverse generazioni e strati sociali e di diverse etnie, che verranno invitate/i a partecipare attivamente, in qualità di portatrici e portatori di memoria.
- Alle Scuole,per l’inserimento delle tematiche degli “affetti”, e dei percorsi annuali del Progetto nei processi pedagogici ed educativi, al fine di migliorare la consapevolezza di ragazze e ragazzi sul ricco significato delle relazioni affettive. Per sensibilizzare gli studenti sull’importanza dell’interrogare le proprie esperienze e relazioni affettive, formare al senso della propria genealogia, produrre materiali scritti, sonori, per immagini che testimonino delle proprie esperienze e si aprano al confronto con l'”altro”.
Per riflettere, interrogare e commentare in prima persona la propria esperienza e il fluire della presenza femminile nella propria storia, rintracciandone ed evocandone i percorsi in gesti e comportamenti della ritualità della vita quotidiana, sottraendola all’affrettato confinamento nell’insignificanza.
Per confrontare le proprie esperienze con le interpretazioni di soggetti usi a trasformare l’esperienza in saperi conoscitivi e in percorsi artistici di varia natura, al fine di sviluppare consapevolezza e di riconoscere l’esperienza estetica come dimensione quotidiana e presente nella propria esistenza.
INIZIATIVE
- Riunioni programmatiche del gruppo di coordinamento e delle Esperte nel recupero e trattamento dei documenti (con approccio antropologico, archivistico, artistico e multimediale), con i Docenti delle Scuole coinvolte e con i Soggetti che propongono i materiali d’archivio, per illustrare il Progetto e le modalità di partecipazione.
- Inaugurazione mostra dei materiali documentari e artistici raccolti e prodotti, predisposizione di una postazione, reading e performances.
Ogni anno sarà dedicato ad una diversa coniugazione degli “affetti”. Quest’anno, in concomitanza con l’EXPO 2015 “Nutrire il pianeta”, si lavorerà su documenti connessi al nutrimento (dalla scrittura delle ricette, alle immagini quotidiane, rituali di pasti, ad ogni situazione centrata sull’argomento).
Il “nutrire” richiama fortemente la presenza femminile nel fluire degli affetti, delle storie personali e della storia generale, è un'”eredità” che si può far parlare nei diversi segmenti di un Archivio delle Donne. Richiama la circolarità del conoscere e del fare, al di là delle costrizioni culturali di ruolo; fa sì che si abbia un passato e una genealogia da cui attingere “sapere” e “senso”, anche contro la presente colonizzazione della materialità dell’esistenza.