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Laboratorio di scrittura a partire da sé

Autoritratti – 11 febbraio 2016

Collana Scritti meditati

Introducono giochi  di movimento e di fiducia che mettono in gioco il corpo/ i corpi.
Dopo la lettura condivisa,
 scriviamo.

Consegna:

Ispirandoci (per analogia o per contrasto) alle letture fatte recentemente anche fuori dal Laboratorio, facciamo il nostro  autoritratto o il  ritratto  di una persona conosciuta. L’approccio sia preferibilmente ironico o comico o tragi-comico, comunque paradossale, in una  scrittura  insomma  fra il serio e il faceto.

N.B. Si può scegliere un’altra forma testuale (dialogo, monologo, altro..) per esprimere la relazione col corpo (proprio o altrui) o anche solo  con una sua parte, come il cuore, la lingua, il capo ecc. (20 min.)


M.T.A. A tu per tu con lo specchio

Risveglio, ma lento. Mi piace dormire,
mi piace sognare
Qualche smorfia.  Un sorriso un  po’ sghembo.
“Buon giorno!”
“Gli anni ben portati?” “Sono gli anni che portano me, chissà dove!”
“Sempre uguale?” Bah!
Capelli bianchi. Basta ricrescita e colori improbabili!
Ma perché dicono che un uomo coi capelli bianchi è affascinante e una donna è vecchia?
Occhi e occhiaie! Se sono sempre uguale perché passo metà del mio tempo a cercare gli occhiali? Perché se prendo in braccio i miei nipotini li vedo sfocati?
E dov’è quella luce che brillava negli occhi?
Per le occhiaie c’è un  correttore,
ma la luce negli occhi è stupore.
So ancora stupirmi?
“Una bella pelle, non una ruga?” Bah!
Complimenti o lenti sbagliate? E quei solchi sulla fronte, stile Fornero?
E le macchie? Uno strato di crema idratante. Ogni tanto una crema BB o CC che copre un po’ meglio.
I denti larghi. Che invidia i sorrisi delle pubblicità!
Ginnastica posturale e ho la schiena dritta come neanche a sette anni. Perchè poi mi curvo di nuovo?
Timidezza e che altro?
A sessantasei anni mi serve un gruppo di “Emotivi anonimi”!
Mi piaccio così! Al diavolo
gli specchi impietosi. Mi piace vivere,
sognare, conoscere.
Perfino invecchiare.


P.D. Autoritratto in acrostico

Provo piacer nei giochi di parole
Io che mi nutro di pane e scrittura,
Non disdegno però pasta e braciole
E mi rende felice la frittura.
Le gioie della carne al primo posto
Le voglio annoverar senza vergogna,
A voi dirò che … si tratta di arrosto!

Dei dolori mi tocca dire tosto
E forse è questa la mia penitenza:
Passa il tempo e con sé si porta via
Agilità, Memoria ed Armonia.
Ultima, FANTASIA fa resistenza.


G.O. RITRATTO

Ne avevo sentito parlare altre volte e mi aveva sempre incuriosito. Era sicuramente affascinante, sempre curioso ed aperto alle novità, intrigante e disponibile a nuove conoscenze.

Alcuni lo definivano un po’ troppo intellettualoide e dicevano che benché avesse provato ad avvicinare ragazze più giovani, il legame durava poco (si sa che la differenza d’età genera, ancora oggi, qualche  pregiudizio); anche con gli uomini non riusciva a stabilire un legame duraturo, nonostante la sua apertura verso di loro ed anzi una ricerca di confronto con essi (anche qui il predominare dei  tabu sociali?). Peccato, sarei stata interessata ad allargare anche le mie conoscenze maschili.

Volava troppo alto? Era troppo esigente? Aveva una leadership troppo marcata?

Volevo scoprirlo personalmente.

La mia età rientrava più o meno in quella delle persone che frequentava, la mia formazione di tipo scientifico non era quella più confacente ma gli piaceva il confronto con altri punti di vista. Fu così che chiesi ad una mia amica di presentarmelo.

Detto fatto.

Al primo incontro ebbi l’impressione di non essere alla sua altezza. Era maturo, aveva molta esperienza nel suo campo, e le amiche erano tutte persone mature ed esperte anch’esse. La presi come una sfida, più che con lui con me stessa e decisi di frequentarlo per conoscerlo meglio.

Avevo solo da  imparare e pazienza per le mie gaffe. Non me le avrebbe fatte pesare, questo lo capii subito. Ecco, la comprensione era un suo pregio e cercava sempre di valorizzare i lati positivi di ognuno.

D’altronde anche io sono una persona curiosa, che ama mettersi in gioco e accettare le sfide. La avrei presa come una palestra. (Amo molto le palestre ma tendo a selezionarle).

Ormai è più di un anno che lo frequento e sono contenta di non aver lasciato perdere l’occasione. Ci conosciamo di certo meglio e ho imparato tanto, dal mio punto di vista.

I suoi incontri sono sempre fonte di stimolo e non lascio cadere nel vuoto i suoi suggerimenti.

Mi sento, ancora oggi, inadeguata in certe situazioni ma non a disagio come all’inizio. Mi capita di arrancare nello stargli dietro ma finora mi ha sempre incitato e rassicurato e so che continuerà a farlo. Ho capito che non è lui ad essere esigente con me ma io ad esserlo con me stessa.

Sono libera di incontrarlo, di rispondere o no alle sue mail,  di discutere le sue opinioni in tutta tranquillità.

La libertà è un bene irrinunciabile e alla mia età lo è diventato ancora di più.

Siete curiosi di conoscere la mia decisione finale? Ebbene si, ho deciso di continuare a frequentarlo. Non perché sia di sesso maschile (mai fidarsi delle apparenze, al giorno d’oggi!), ma perché mi piace.

Chi è? Chi è?

Curiosone…..

Ma è il gruppo di scrittura!!


AUTORITRATTO

ALLO SPECCHIO

Crudele è questo specchio
Che rivela il corpo vecchio

Il mio seno tondo e dritto
Come un fico rinsecchito

Il culetto un  dì all’ insù
Come un flan cascato giù

I due alluci deformati
Dalla  mamma ereditati

Non lo dico per lamento
Giacché ora mi accontento

Di soddisfare le curiosità
E giocare ancora in libertà


M.E.G. RITRATTO

Mentre parli gesticoli, spalanchi gli occhi, ti tocchi di continuo i capelli. Io osservo il tuo viso, noto macchie dovute all’età un po’ avanzata e penso che dimostri tutti i tuoi anni. Il tuo volto non ha nulla di dolce, di femminile. Il corpo ha la forma tipica delle persone anziane, la vita informe conferisce una dimensione cilindrica a tutto il corpo. Eppure tu credi di essere ancora piacente come quando eri giovane e carina, a giudicare dalle foto.  Ti sembra di percepire delle allusioni sessuali nei tuoi confronti da parte di qualcuno e, a volte, fai l’offesa ,non per la mancanza di rispetto dovuta all’età ,ma perché ritieni siano allusioni alla femminilità, secondo te ancora viva nel tuo aspetto e nei tuoi atteggiamenti.

E’ difficile, nonostante gli evidenti segni di decadenza ,convincersi di non essere più oggetto di desiderio o comunque di non suscitare negli altri il piacere che si prova alla vista di qualcosa di apprezzabile. Se poi l’aspetto esteriore non è compensato dalla cultura, dall’ apertura e disponibilità verso gli altri che cosa rimane di positivo ?


R.D. ISPIRATA DA FRANCO CAVALLO

Subito ho chiesto anch’io
di trasformarsi in “oi”
sempre al mio  io.
Lui mi rispose “Subito!”.
Ma io “Fai da domani in poi”.
Perchè temevo che s’inventasse un’h
per diventare”ohi”
e mi piaceva prendere tempo
con l’infantile “poi”.

Intanto m’inventavo
qualche lettera anch’io
per un allegro “olì olè”
molto più adatto me.
Però nella sostanza son d’accordo
perchè da tempo anch’io
“a volte sto di sguincio
altre volte a sghimbescio”
più raramente im mezzo.
E fanno tre!


AUTORITRATTO

Tenta di vedersi  allo specchio, crede  di indovinarsi per un attimo, quello in cui lo specchio è specchIO. L’attimo si dilata e le mostra tutt’altro, la fa sporgere verso altri luoghi e soprattutto verso altri tempi, la spinge ad altre contraddittorie verità.

Quanti autoritratti, suoi o intestati ad altri, ha già fatto? Tutti veri e perciò tutti falsi. O viceversa. Si è scelta un nome che dia subito l’idea della sua gaiezza non del tutto spensierata. “Non del tutto”riguarda la presentazione di sé agli altri, perchè  in realtà è  tutta un groviglio di pensieri. Tutti Gaia Sofia si guarda allo specchio, senza aspettarsi  certo di vedere riflessa la propria identità; sa di avere di fronte più che altro un potente strumento di riflessione. Ma non si aspettava neppure che ne venissero fuori facce di Frida Kahlo così diverse dalla sua. Capisce che è una provocazione per il suo scarso coraggio di misurarsi, per essersi scelta un unico mondo in cui vivere.  E facce di altre donne:  livide,rosso sangue,gialle di energia solare. Scomposte, dissociate da se stesse e da lei, brulicanti di fiori in mezzo alla sterpaglia.

Ride per soddisfare quel “Gaia” e tenta di dare ordine alle sue riflessioni,  per quel “Sofia”. Stenta ad armonizzare corpo e pensiero, a renderli immagine, a dare corposità. Ah non saper dipingere, non saper cantare, non saper danzare….; non saper comunicare col corpo, corporal-mente e allegra-mente,  ma il  più delle volte  solo confusa-mente e nel migliore dei casi  ideal-mente.

Quanto le piacerebbe accordarsi ed intendersi almeno  un poco. Con se stessa. Come in un gioco serio.


M.T.L. AUTORITRATTO

Bella non sono
brutta nemmeno
ho troppo seno
le cosce grosse
le gambe corte
la vita stretta
i fianchi larghi,
talmente larghi
da assottigliare la vita.
E poi c’è il lato B
(culo, sedere
o deretano
che dir si voglia).
Quando vado in obesità
del corpo perdo la sintonia
quando cammino
mi sposto in due tempi:
prima il davanti
poi il didietro.
E se credete che sia faceta
beh! Vi sbagliate.

Ciò che amo di più è ascoltare musica
e allora forse sento il mio corpo,
lo sento librarsi leggero leggero
ballando divento il cigno nero.
Quando leggo mi assento
e un’altra divento.
Quando scrivo mi concentro
avviluppata al baricentro
che gira gira e non si muove mai.
Ma quando mangio oppure bevo
allora sì che sento il mio corpo
distinguo le  parti più sensitive
lingua e palato
e sono mille e ancora mille
le scintille delle mie papille.


R.S. Autoritratto

Comincio dal basso, dai piedi corti e dalle dita un po’ cicciotte, con unghie piccole e irregolari. Ogni volta che taglio le unghie degli alluci devo limarle con cura, perché buco le calze.

Anche adesso, visto che ho fatto quest’operazione proprio ieri, mi accorgo che si sta formando un nuovo buchino e penso all’ennesimo paio di calze da buttare.

Forse dovrei usare dei calzettoni. Amo i calzettoni, perché non sopporto più i collant, che mi stringono in vita e a volte, se sto seduta troppo a lungo, mi sembra che mi tolgano il respiro.

I miei piedi desiderano muoversi in libertà e attualmente, da vecchia, sono proprio contenta di non essere costretta ad usare quei terribili tacchetti, che mi davano un’andatura traballante e annunciavano il mio arrivo da lontano. Ma forse era proprio questo che mi interessava, un tempo.

Che mi si sentisse arrivare e questo creasse la giusta aspettativa.


C.P.
Autoritratto in filastrocca
un poco sciocca
e sgangherata
come chi l’ha inventata

Già da bambina mi chiedevo se fossi bella
-Tu sei simpatica, ma più carina è tua sorella .-
Così dicevano le cuginette
cui facevano eco le mie amichette.
Io sorridevo verde d’invidia
pensando all’insidia
che il destino mi aveva teso
regalandomi ‘sto naso

Da giovinetta ovunque il mio occhio
cercava uno specchio
per controllare se il trucco sbavato
non m’ avesse rovinato
l’opera d’arte per cui talora
avevo impiegato più di mezz’ora.
Specchio, specchio delle mie brame,
chi è la più bella del reame?
ritornava il ritornello,
ma sentir la risposta non era bello:
-Cara Cricrì, brutta non sei,
ma proprio bella non direi.-

Alla fine mi son rassegnata
anche con questo naso a patata.
Lo so, faccio la  simpatica
ma la mia non è solo tattica.
La gente mi piace, mi piace parlare
e  con tutti un po’ scherzare
anche su cose molto importanti
purché siano interessanti.
Mi piace anche filosofare
senza  però mai sdottorare.

La mia passione fu l’insegnamento …
Quante parole buttate al vento!
O qualche seme trovò nutrimento?
Insegnai come Socrate a dialogare
Chissà se ho saputo mostrare
la via per trovare quella sapienza
che è coscienza dell’ignoranza
la via per cercar quella verità
che mentre t’avvicini si fa più in là …

Non so …  ma poi mi sovviene
che la  verità non ci appartiene …
Mi appartenevano sogni e illusioni
Mi son rimasti amici e canzoni
Spero comunque che l’ironia
sempre m’ accompagni e così sia


L.S. RITRATTO

Brillante come il diamante o come gli occhi dopo un pianto di gioia,
intenso come la terra bruna e fertile,
dolce come il miele e più dello zucchero,
salato più del sale delle rosseggianti saline,
alto ed elegante come un cipresso di Bolgheri,
simpatico come Totò,
ironico e graffiante come non so bene chi ( ma mi piacerebbe saperlo),
tenero come Charlie Chaplin,
armonico come una sonata per violoncello di Bach,
allegro come l’organetto di mio ziu Anniccu alla festa di Santa Vitalia,
ma chi è , è un mostro ?
No, è il ritratto del mio gruppo di scrittura , appunto, creativa !


L.M. ODE AI MIEI PIEDI

Ora sosto sull’uno
E poi sull’altro sto
Rapido va il destro
Se il sinistro muove
al cammino, piano o
irto che sia, ogni dì.
Coperti o scoperti
Ornati o protetti
Lenti e o veloci
Soli, in compagnia
Pronti, al mondo mossi
Attratti e curiosi.
A voi devo i miei
Percorsi leggeri o no
Sempre a voi devo poi
Se mi riesce stare
Con “i piedi per terra”
A voi par poco, niente?
Per me in ver è tanto!