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Laboratorio di scrittura a partire da sé

Autoritratti – 11 febbraio 2016

da “Io sono il titolo – autoritratti in versi di poeti contemporanei“,
a cura di Sergio Zuccaro – Dedalus, Roma, 2004

[ezcol_1half]Barbara Gabotto
Autoritratto in S (ESSE)
E come potrò mai
dirvi che faccia ho se
la mia faccia per me
è speculare
e davanti allo specchio
faccio facce
che forse non faccio
a voi
e nella vita in cui non mi vedo?
Neanche della voce,
che in tutta legalità mi rappresenta,
posso saperne niente
dall’interno mi arriva e
dall’esterno contemporaneamente fuse
e voce e faccia
registrate al di fuori di me
non me le riconosco.
Mai!
Se puntigliosamente mi rappresento
attaccandomi al nero pastoso
e talvolta impastato dei capelli
degli occhi, sottili sopracciglia
al viso largo giallo zigomi che si vedono
alle occhiaie fisionomiche, polso rapido, cane che va per la sua strada
dettagli
sparsi, messi a fuoco
la bocca i denti
regolari
nessuno se ne accorge
che sono io quella immagine
statica
via via
su e giù Ofelia, mia madre, Monna Lisa, il mio nome, la cinese che ride.
Di me so quello che mi dite voi,
forse
so come sospetto


Edoardo Sanguineti 
febbraio 1985

per Antonio Fomez

fioco la faccia, fusiforme il femore,
obeso l’occhio, ostricaceo l’orecchio,
marcio le mani, e le mascelle, il mento,
eroso l’epicardio e gli epididimi,
zufolante le zanne, un zombi, un zero:

 

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Franco Cavallo

Un giorno chiesi al mio
io di trasformarsi in oi.
Lui mi rispose: “Ma certo,
amico, da domani in poi…

E così da quel giorno
Oi vivo alla rovescia:
a volte sto di sguincio,
altre volte a sghimbescio.

mi pensiate,
voi,
so che gli anni trascorrono
trascorsero trascorreranno
spesso li spero numerosi
e non ne esco indenne
ma i segni del tempo conseguenti
sono segni al di sopra.
Al di sopra di segni indistinguibili
per me
che mi guardo di fronte
sempre occhi negli occhi
un solo punto di vista
e in quello stesso istante
per piacermi o spiacermi
contraffaccio
…e come potrei mai dirvi
che faccia ho se la mia faccia
per me
è un’altra cosa?


Mariella Bettarini
Autoritratto semiserio
(in follia d’acrostico zoologico)

Muso di gatto – sì – fede di cane
Ala di passero – ala di gabbiano
Rosso di lingua – batticuor di cerbiatto
Intrepido cavallo – pascente zebra
Elefante memoria nel suo mallo
Lupo e scoiattolo
Lanosa pecora e più la(g)nosa
Agnella si presenta
Bettarini Mariella
E (di sé) ride nello specchio animale:
Taurina tempra (? ahimè solo mentale)
Topo e gallina dalle uova bianche – sull’
Aia vispo gallo alla mattina – senza denti
Robusto roditore di granaglie
In acque fonde trota guizzante
Nell’aria sopraffina Bettar-
IniMariella e la sua arca cina [/ezcol_1half_end]